Giornata mondiale dei poveri 2023
Siamo lieti di condividere questo evento parrocchiale pensato dalla nostra Caritas e invitiamo tutti alla partecipazione. Alla luce della proposta di vivere in modo speciale la giornata del povero mettendoci tutti in gioco, abbiamo pensato di organizzare una super tombolata parrocchiale. Vi aspettiamo
Carissime/i,
anche quest’anno siamo invitati dal Santo Padre a celebrare insieme la Giornata mondiale dei poveri il prossimo 19 novembre. Il brano biblico scelto a cornice per questa domenica è tratto dal libro di Tobia ed è una sollecitazione molto impegnativa per il nostro tempo che ci sta abituando a lasciarci scorrere davanti agli occhi, in modo fugace, la vita che passa. «Non distogliere lo sguardo dal povero» (Tb 4,7) è l’invito che il vecchio Tobi fa a suo figlio Tobia che si appresta a compiere un viaggio, anzi “il” viaggio, quello dell’esistenza. Sembra quasi a dire che, se vuoi raggiungere la mèta, allora allena il tuo sguardo a scorgere le miserie del mondo, delle realtà e soprattutto delle persone. Commenta il Papa nel suo messaggio per questa Giornata: «l’attenzione fattiva verso i poveri è possibile a Tobi perché ha sperimentato la povertà sulla propria pelle. Pertanto, le parole che rivolge al figlio Tobia sono la sua genuina eredità […] Insomma, quando siamo davanti a un povero non possiamo voltare lo sguardo altrove, perché impediremmo a noi stessi di incontrare il volto del Signore Gesù. E notiamo bene quell’espressione «da ogni povero». Ognuno è nostro prossimo. Siamo chiamati a incontrare ogni povero e ogni tipo di povertà, scuotendo da noi l’indifferenza e l’ovvietà con le quali facciamo scudo a un illusorio benessere». Questione di sguardo, non di occhi, non di visione, ma di esistenze che si intrecciano e riflettono, l’una nella povertà e nella ricchezza altrui.
A partire da questo intreccio di volti ri-volti, come sostiene il filosofo francese Levinas, e dall’attrattiva che l’incontro genera, siamo esortati a stare all’interno della relazione di aiuto e di accompagnamento. Stare non è transitare, non è momentanea sosta, non è nemmeno affiancarsi, ma esistere, essere in quella relazione. Le persone che incontriamo non ci chiedono solo un pacco di viveri, non ci pregano solo di aiutarli con le spese, ma dietro questo bisogno di pane si nasconde un bisogno di esistenza. Nel DNA Caritas è geneticamente iscritto il compito di far emergere la vita nascosta sotto la fragilità a volte urlata per disperazione, altre volte sommersa per vergogna. È l’attenzione allo sviluppo integrale dell’uomo la lente con cui il nostro sguardo comprende e direziona la prassi dei nostri centri parrocchiali e diocesani.
Nell’omelia per l’apertura del corrente anno pastorale, il nostro vescovo Vincenzo, si è raccomandato di allenare lo sguardo per discernere la presenza di Dio nel nostro oggi, infatti diceva: « anche questo tempo, con le sue crisi e amarezze, è abitato da Dio, perché egli ha cura di noi (cf. 1 Pt 5,7). La profonda transizione sociale e culturale, di cui tutti avvertiamo i sintomi e le difficoltà, e che ci sembra un lago impetuoso, con il vento e le onde che si rovesciano continuamente sulla barca delle nostre comunità ecclesiali, non ci deve rendere smarriti e paurosi. Anche a noi, oggi, Gesù dice: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?” (Mc 4, 40). Le crisi del nostro tempo, inclusa quella della stessa Chiesa, sono un’opportunità per dare compimento alle parole del Signore che ci invita a “gettare nuovamente le reti” (cf. Gv 21, 1-9). Dobbiamo però ricordare che nella barca c’è lui, il Signore Gesù». Allora non è solo sguardo che riconosce la vita che ho davanti, è sguardo che contempla la vita di Dio nell’umanità dell’uomo e della donna che incontro.
La settimana che precede la XXXIII domenica del T.O. (19 nov.) vorremmo incoraggiarvi, ognuno all’interno delle proprie comunità, a questa conversione di sguardo innanzitutto verso Dio mediante l’utilizzo del sussidio di preghiera preparato dalle nostre sorelle Clarisse di Albano e poi verso i poveri, protagonisti indiscussi dell’azione misericordiosa del Signore attraverso i nostri gesti di amore. Per favorire questo, sarebbe bello se ogni comunità preparasse dei segni concreti (es. pranzi, raccolte, incontri, etc..) per animare la collettività, il proprio territorio, le associazioni presenti, le scuole, i vari gruppi e ogni persona che può essere raggiunta, in modo che la testimonianza non sia solo atto di una singola giornata all’anno, ma animazione perché ciascuno si possa riconoscere e si possa sentire protagonista nella cura degli altri. Come amava dire papa Benedetto XVI, la Chiesa e potremmo dire la Caritas, non come organismo, ma come stile, «si diffonde per attrazione, non per proselitismo». Ecco, dunque, una terza indicazione di sguardo: la bellezza. Compiere atti, segni, gesti che siano belli, non esteticamente impeccabili, ma eticamente affascinanti perché dopo che gli hai vissuti, la tua vita è trasformata. In quest’ottica, parroci e responsabili Caritas sono spronati a condividere tramite mail all’ufficio della Caritas diocesana (caritasalbano@gmail.com) o whatsapp, il materiale (foto, racconti, video) delle iniziative proposte nelle vostre comunità. Questi segni saranno solo un mezzo, uno strumento, per raggiungere un fine più alto che come sempre, nella Chiesa, è la vicinanza del Padre all’umanità ferita non solo nella povertà economica, ma anche nella povertà dello spirito.
A tutte e a tutti auguro una buona Giornata mondiale dei poveri che sia comunione di sguardi verso Dio, verso gli uomini e verso la bellezza di una carità fattasi carne nei nostri gesti stra-ordinari.
Con affetto,Alessio Rossi
Direttore della Caritas diocesana di Albano